Buon Lavoro Matera…oltre il 2019!
Domenico Bennardi è l’unico Uomo Politico che può ancora dare una speranza alla storia di Matera 2019. Qualcuno la potrà leggere come una marchetta politica ma ora entriamo nel merito della questione.
Domenico Bennardi è politicamente libero e non legato a nessuna “banda” di quelle che sino ad oggi hanno occupato i vertici delle organizzazioni che si sono occupate del percorso verso e sino alla Capitale Europea della Cultura, cioè fino al 31.12.2019, perché subito dopo il fuggi fuggi è stato palese, e nella maggior parte dei casi, tecnicamente immotivato.
Domenico Bennardi, insieme a Giovanni Padula e Giovanni Oliva, può realmente costruire quella pianificazione strategica necessaria per garantire una legacy degna di tale considerazione e nuova opportunità di crescita e sviluppo per Matera e la Basilicata.
Ho atteso qualche giorno prima di esprimere le mie considerazioni perché certo che la politica, quella che basta andare qualche anno indietro per ricordare che è parte del “problema Fondazione”, si sarebbe lanciata in proclami di ogni tipo. Esprimiamo subito un concetto fondamentale: la Fondazione non è stata un best practice di Matera 2019! Primo perché non si sono mai completati gli organi di cui è costituita; infatti, non è mai entrato in funzione il Comitato di Indirizzo, che, come dice il nome stesso, avrebbe dovuto indicare l’indirizzo culturale, sociale, economico e finanche politico verso cui andare. Unico organo in cui si sarebbe concretizzata la partecipazione delle Imprese, delle Associazioni, dei Cittadini alle scelte per ECOC2019. Ed ancora, ed io c’ero nel 2010, la Fondazione come organo per guidare il percorso fu contestata da tutti i tecnici presenti nel Comitato promotore proprio perché sarebbe risultato troppo legata alle vicende politiche locali e regionali. Infatti, finché nel cielo stellato, per citare uno degli eventi di punta di Matera 2019, si è verificato l’allineamento politico di tutti gli Enti, tutto è sembrato idilliaco. Alla prima svolta si è consumato il disastro che è sotto gli occhi di tutti. Ed ancora, l’occupazione politica ha mortificato, senza se e senza ma, un ruolo di primo piano che sarebbe dovuto spettare all’Università di Basilicata, usata solamente quale prestanome nei momenti di difficoltà per via delle continue campagne elettorali.
Ma il passato è passato, ed in più un biennio da folle paura, ha fatto il resto. La peggiore congiuntura astrale che mai si sia verificata per le Città che hanno avuto l’onore e l’onere di ospitare la Capitale Europea della Cultura.
Domenico Bennardi ora deve assumere forte il ruolo di guida della Fondazione ed avviarne un percorso di rigenerazione tecnica ed organizzativa. Immediatamente dare corso alla costituzione del Comitato di Indirizzo, in quanto a questo organo spetta lavorare per modificare lo statuto ed uscire dalla dicotomia che vede Comune di Matera e Regione Basilicata, non solo sullo stesso piano decisionale, ma addirittura allineati nelle scelte di ogni tipo, cosa che rende semplici spettatori tutti gli altri soci fondatori. A sostegno del nuovo corso verso la ECOC2033, anno in cui spetterà nuovamente all’Italia ospitare l’evento, lavorare con le Direzioni ad un nuovo Dossier che ne definisca il nuovo arco temporale e le condizioni di sostenibilità: essere legati esclusivamente al finanziamento della Regione Basilicata significa la morte certa della Fondazione e l’oblio di tutto il percorso. Il campanilismo è insito nel DNA degli uomini e gli indizi, di operazioni politiche che non tengano conto di Matera, sono molteplici, non ultima l’insana idea di accorpare Fondazione Matera 2019 e Film Commission per creare “non si sa bene cosa e perché”. Al contrario è necessario fare della Fondazione quel punto di riferimento intorno a cui far girare, se non altro per i crediti internazionali raccolti, tutte le organizzazioni legate a cultura, cinema, turismo, accoglienza. Recuperare il ruolo dell’Università, con cui Bennardi ed il suo esecutivo hanno un fitto interscambio nell’ottica della rigenerazione intesa in ogni sua sfaccettatura.
La politica deve lasciare il passo alla società civile. I partiti devono fare il mea culpa per quanto non si è riuscito a costruire per garantire la continuità di una operazione che ha rappresentato la speranza per tutto il mezzogiorno d’Italia e che ancora oggi vede l’attenzione delle Culture Mediterranee.
Domenico Bennardi ha l’occasione per lasciare, a differenza di chi lo ha preceduto, un segno tangibile, sulla città, di politiche intelligenti, indirizzate non al tornaconto personale ma ad una reale volontà di rilanciare Matera nel panorama internazionale. È una opportunità per tutta la Regione. Forse l’ultima, poi ripartiranno le campagne elettorali.
Buon lavoro Sindaco, buon lavoro a Giovanni Padula e Giovanni Oliva. Buon lavoro Matera.